Il Rintocco

In questi giorni alla Chiesa dei Cancelli, a Senigallia, c’è una bellissima mostra che ripropone il percorso interiore di Etty Hillesum, una ragazza ebrea di Amsterdam che durante la Shoà ha vissuto una esperienza simile a quella di Anna Frank. Dopo aver riscoperto Dio, nel momento più buio della persecuzione nazista, riaccende la speranza nel cuore con il pensiero che: “Il cielo è sopra di noi, è dentro di noi. E nessuno ce lo può spegnere.”

Sono pensieri che dobbiamo riaccendere in noi per credere ancora nel futuro nonostante i venti di guerra del Mediterraneo e nel Vicino Oriente. Alla prepotenza degli interessi politici ed economici si contrappone la voce dei popoli, soprattutto dei giovani, che cercano pace, giustizia e libertà per un futuro migliore. I giovani, come è giusto che sia, fanno sentire la loro voce e si ribellano alla prepotenza: dalle nostre sardine ai movimenti di piazza del Libano o di Hong Kong per finire alla gioventù di Greta. Lei è diventata un simbolo. La ragazzina perennemente imbronciata che si erge sul gigantesco bambinone americano, tutto ciccia e boriosa prepotenza è un segnale di speranza. Indica la possibilità di un cambiamento di logiche globali. Non più quella del dominio del più forte da perpetuare ma di un progetto in cui il futuro lo dobbiamo costruire per il bene di tutti.

Certo le soluzioni di una ragazzina che propone borracce di alluminio invece che di plastica e l’eliminazione dei voli aerei ci sembrano un po’ semplicistiche, ma è anche evidente che non è possibile chiudere gli occhi sui cambiamenti climatici: un continente in fiamme come l’Australia, una tempesta tropicale che sconvolge la vicina Spagna, l’accelerazione dello scioglimento dei ghiacci, il cambiamento delle stagioni che tutti percepiamo, sono segnali che la natura ci grida con forza.

L’enciclica “Laudato sii” di Papa Francesco ce lo ricorda con efficacia. Ma il futuro è ancora possibile, il cielo è sopra di noi e dentro di noi.