“Il Rintocco” di Don Giancarlo Giuliani

Ho visto recentemente a Borgo Sansepolcro, in provincia di Arezzo, la Resurrezione, affresco dipinto da Piero della Francesca su un muro appositamente costruito nella sala comunale della sua città natale. Il soggetto allude all’antica tradizione sulla terra portata dai pellegrini in Terra Santa. Una resurrezione più politica che religiosa, sia per la destinazione che per l’ispirazione.

L’affresco raffigura il Cristo che risorge vittorioso, forte e solenne, con il piede appoggiato sull’orlo del sarcofago che lo aveva chiuso e la bandiera, vessillo trionfante, nella sua mano destra. Davanti al sarcofago tre soldati un po’ addormentati, un po’ tramortiti. Quello al centro, in posizione frontale, sarebbe l’autoritratto di Piero della Francesca stesso, che nel tempo ricoprì anche incarichi pubblici. Gli altri rappresentano i politici della città, chiamati a lasciarsi svegliare dalla risurrezione di Cristo, che ora fa nuove tutte le cose. Lo sfondo dietro il risorto ne è la prova dipinta: sulla sinistra dello spettatore, il paesaggio è invernale, freddo, brullo, senza vitalità, mentre sulla destra ammiriamo un paesaggio estivo, fiorito e verdeggiante.

Il messaggio politico, prima che religioso, che ne deriva è che il mistero della Pasqua di Cristo illumina e ravviva la storia degli uomini. Se solo si lasciassero rinnovare dal messaggio d’amore di colui che è stato ucciso dalla malvagità, ma che l’ha vinta con il suo amore, più forte del male, la vita degli uomini si ravviverebbe.

È un bel messaggio anche per il nostro tempo, in cui tanti si illudono che promuovendo l’egoismo esclusivo ed escludente, quello del “basta che stiamo bene io e quelli che amo!”, costituiscono una società fredda e morta. Solo lasciando vincere l’amore gratuito e generoso, può rinascere una storia di primavera, che conduca a un’estate calda e piena di frutti.